Nonostante la qualità della vita sia notevolmente migliorata, la preoccupazione sembra essere oggi per la maggior parte delle persone uno stato necessario da dover provare, una sorta di intrattenimento mentale, una vera e propria abitudine quotidiana.
Ci preoccupiamo per impegni non contingenti, malattie non ancora arrivate, licenziamenti non in vista, rotture di rapporti che non si sono verificate.
La preoccupazione oltre ad alterare il tuo equilibrio è un vero e proprio abuso di immaginazione, essa limita la libertà personale ma è anche dannosa per la salute perchè ti fa sprofondare in uno stato ansiogeno per qualcosa che potrebbe anche non accadere implicando un dispendio di energia e di tempo notevole.
Rende grandi problemi che per la maggior parte in realtà non accadono se non nella tua mente e rende improduttive le attività che svolgi in sua presenza.
La preoccupazione ci tocca tutti indistintamente a qualunque età.
Tocca anche i nostri bambini essendo un atteggiamento che si acquisisce con facilità.
Ricordo in adolescenza di aver passato giornate intere a preoccuparmi di cose anche abbastanza serie come la morte e ricordo benissimo di essere stata sollevata dalla lettura sulla felicità di Epicuro che recitava più o meno così riferendosi alla morte:
“Quando noi ci siamo ella non c’è, quando lei c’è noi non ci siamo più”. E’ inutile dire quanto mi sentii all’improvviso sciocca e felice.
Tornando invece a cose contingenti e più pratiche, la preoccupazione non solo rende passivi ma non risolve le dinamiche in cui sei coinvolto. Rende grigio il mondo circostante e ti allontana dagli altri.
La preoccupazione ti colloca in uno spazio temporale irreale o comunque lontano da quello presente.
In realtà cari preoccupati cronici è arrivato il momento di ammettere con un grande e leggero sorriso che preoccuparsi non porta a nulla!