Hai mai avuto la sensazione di rincorrere qualcosa senza mai raggiungerlo?
Di lavorare sodo, acquisire nuove competenze, applicarle con costanza a quello che fai, ma di avere la sensazione che la distanza che hai percorso non è adeguata all’impegno che hai investito?
La mia storia professionale è fatta di tappe e di gradini come credo la storia professionale e personale di chiunque.
Ad ogni gradino in salita, la visuale si è fatta più ampia, da una visuale orizzontale e limitante sono passata ad una visuale verticale e allargata.
Quando ho abbracciato il coaching come professione, il mio lavoro si è concentrato tanto sui punti di forza dei miei clienti, sulle loro doti innate, sui talenti che essi possedevano.
Dopo alcuni anni mi sono resa conto che ciò non bastava, per cui ho ripreso a studiare e questa volta mi sono concentrata su quali fossero i programmi mentali acquisiti dalle persone, quelli che anche una volta raggiunto l’obiettivo, non permettevano una vera e propria trasformazione.
Quindi negli anni ho imparato e sperimentato varie tecniche che permettessero a me in primis e ai miei clienti di fluire il più naturalmente possibile nella propria vita.
Mi sono chiesta se ci fosse altro per me e per loro, in verità me lo chiedo ogni giorno.
Quindi ho iniziato a leggere tantissimo stili di vita, scienze sociali. Ho cominciato a studiare “filoni di pensiero” stranieri sbarcati in Italia che poi improvvisamente si trasformavano in scuole, diventando veri e propri percorsi commerciali e venditori di verità assolute.
Non mi interessava stare solamente bene e non mi interessava migliorare solo la qualità di vita delle persone, mi interessava lasciare loro qualcosa di più duraturo.
Volevo che le persone ritornassero a casa, la loro casa interiore, si restituissero a loro stesse con più chiarezza mentale e consapevoli del loro potenziale.
Non credo esista uno strumento valido per tutti o valido per ogni momento della propria vita.
Il mondo reale è pieno di incertezze e ci richiede una crescita continua, una flessibilità costante, la capacitá anche di rivedere le proprie verità personali, familiari, professionali, sociali con il trascorrere del tempo.
Sapere a quale categoria apparteniamo, rilassare il nostro pensiero quanto più a lungo è possibile, sentirci dire che il nostro benessere o malessere dipendono solo da quanto i nostri pensieri hanno un’alta o una bassa vibrazione non basta.
Potrebbe non essere abbastanza, potrebbe non essere valido per tutti o non per tutti nello stesso momento.
Ci sono sicuramente tante abitudini e tanti strumenti, che messi insieme con costanza, fanno la differenza fra le persone in grado di avere alte prestazioni e di mantenerle, quindi le persone di impatto, e le altre.
Ci sono persone che nascono con tutte le carte in regola ma che nonostante questo non riescono a buttarsi nella mischia e non riescono a sentirsi realizzati pienamente.
E ci sono persone che non hanno tutte le carte in regola ma riescono a muoversi nella vita, a 360 gradi, con maggiore abilità.
Il successo stesso studiato a posteriori non insegna matematicamente come diventare persone di successo.
Quindi la domanda non è più di quali risorse disponiamo?
Ma diventa: cosa realizziamo momento per momento con le risorse di cui disponiamo?