Il rapporto con la madre è la prima esperienza di relazione che viviamo.
Non è solo un legame affettivo, ma una matrice psicologica, biologica ed energetica che influenza il modo in cui percepiamo noi stessi, il nostro valore, il nostro diritto di esistere e di essere amati.
Se il padre è il principio dell’azione, della spinta verso il mondo, la madre è il principio dell’Essere: è attraverso di lei che impariamo a sentirci accolti, nutriti e al sicuro nella vita.
La sua voce diventa il nostro dialogo interiore, il suo sguardo la nostra percezione di noi stessi.
Il legame con la madre inizia ben prima della nascita. Nel grembo materno, il bambino non solo riceve nutrimento, ma percepisce anche il suo stato emotivo attraverso gli ormoni dello stress o del benessere (come il cortisolo e l’ossitocina).
Questo significa che già prima di nascere il nostro sistema nervoso si sintonizza con la sua energia emotiva.
Dopo la nascita, il neonato è ancora in uno stato di fusione con la madre: il battito del suo cuore, il calore della sua pelle, il tono della sua voce sono regolatori biologici fondamentali per il sistema nervoso del bambino. La madre rappresenta sicurezza, protezione e riconoscimento.
Se il legame è sereno, il bambino sviluppa una base sicura che gli permetterà, crescendo, di esplorare il mondo con fiducia.
Se invece la madre è ansiosa, distante o poco disponibile emotivamente, il bambino può sviluppare una percezione insicura del mondo e delle relazioni.
Il contatto fisico con la madre nei primi mesi di vita è essenziale per la regolazione del sistema nervoso. Il tatto stimola il rilascio di ossitocina, l’ormone dell’amore e della connessione, che crea un senso di calma e sicurezza. La mancanza di contatto può portare a ipersensibilità allo stress e difficoltà nella regolazione emotiva.
Quando una madre è accogliente, empatica e presente, il bambino interiorizza l’idea di essere degno d’amore. Questo creerà un adulto capace di nutrire sé stesso emotivamente, di sentirsi al sicuro nelle relazioni e di affrontare il mondo con fiducia.
Se la madre è distante, assente, critica o poco affettuosa, il bambino può sviluppare diverse strategie di adattamento:
* Paura dell’abbandono → ricerca costante di conferme nelle relazioni.
* Autosufficienza forzata → difficoltà a chiedere aiuto o a fidarsi degli altri.
* Difficoltà a percepire il proprio valore → senso di inadeguatezza o bisogno di dimostrare continuamente di meritare amore.
Per la donna → la madre è il primo modello di femminilità, nutrimento e accoglienza. Se la relazione è conflittuale, la donna potrebbe avere difficoltà ad accettare se stessa, il proprio corpo o la propria sensibilità.
Per l’uomo → la madre rappresenta il primo femminile, il primo amore. Se la relazione è stata difficile, potrebbe avere problemi a fidarsi delle donne o a trovare un equilibrio tra vicinanza e indipendenza nelle relazioni.
Il rapporto con la madre crea la base e l’impronta della nostra sicurezza interiore.
Se da piccoli ci siamo sentiti accolti e amati, da adulti avremo la capacità di accogliere e amare noi stessi.
Se, invece, abbiamo sperimentato freddezza, rifiuto o eccessiva fusione, potremmo avere difficoltà a stabilire confini sani o a sentirci abbastanza.
Ma la buona notizia è che il legame con la madre può essere rielaborato.
Come Guarire dentro di noi questo rapporto:
1. ✅Dare un Nome ai Sentimenti → Riconoscere come il rapporto con la madre ha influenzato la propria autostima e le proprie relazioni.
2. ✅Coltivare l’Auto-Accudimento → Se il materno è mancato, possiamo imparare a darcelo da soli, trattandoci con gentilezza e ascoltando i nostri bisogni emotivi.
3. ✅Restituire il Dolore → Spesso portiamo sulle spalle le ferite della nostra madre. È importante riconoscere che ciò che appartiene a lei non deve necessariamente appartenerci.
4. ✅Riconoscere il Suo Ruolo, Anche con i Suoi Limiti → Dire dentro di sé: “Mamma, ti vedo. Ti riconosco per ciò che sei stata. Ora prendo la mia strada.”
La madre è il primo specchio della nostra esistenza. Attraverso il suo amore – o la sua assenza – impariamo a definire il nostro valore, il nostro diritto di essere al mondo e il nostro modo di amare.
Possiamo essere figli senza più sentirci intrappolati nelle ferite del passato. Possiamo scegliere di prenderci per mano, come forse avremmo voluto che lei facesse, e dirci con dolcezza:
“Ora mi prendo io cura di me. Ora mi permetto di esistere e di essere felice.”❤️
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